I Link hanno tutti lo stesso valore? No, ecco il valore dei link spiegato in 20 punti

By FRANCO AQUINI

Una delle tecniche maggiormente utilizzate per migliorare il posizionamento del proprio sito si basa sui backlink. Ma i link sono tutti uguali? Assolutamente no, il crawler di Google evolve giorno dopo giorno ed è sempre più intelligente. Ecco una guida in venti punti per capire la differenza tra i diversi link e come sfruttarli al meglio.

Dopo la domanda delle domande, ovvero come si ottiene un posizionamento migliore per il proprio sito, ne viene subito un’altra: È davvero così importante che il mio sito venga linkato da altri? E un link vale l’altro? Qualche giorno fa ho trattato l’argomento backlink, una delle tecniche più utilizzate ancora oggi per migliorare il posizionamento del proprio sito. Una delle invenzioni più importanti degli ultimi decenni, che ha fatto la fortuna del motore di ricerca più famoso dei giorni nostri. Fu infatti Google, per primo, a collegare la popolarità (ovvero la quantità di link) di un sito con il suo valore (ranking). Un’intuizione azzeccata. Da quel giorno in poi l’algoritmo si è evoluto giorno dopo giorno, inglobando sempre più criteri, basati sull’analisi e comprensione del testo, della struttura delle pagine, dei contenuti e della distribuzione di testo, immagini e link. Il principio secondo cui una pagina è importante quanto più è linkata, però, è rimasto uno dei più importanti e ancora saldamente alla base di ogni strategia SEO. Diffidate da chi vi dice il contrario.

La domanda su cui ci concentreremo oggi, però, è la seguente: i link sono tutti uguali? Assolutamente no, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di scriverci un articolo. Anzi, i link possono avere valori e pesi totalmente differenti a seconda della posizione all’interno della pagina, della pagina stessa in cui compaiono, della frequenza con cui compaiono, ecc. A fare chiarezza sull’argomento però arriva una fonte assolutamente prestigiosa, ovvero Cyrus Shepard di Moz.com, che a sua volta riprende e integra un articolo del fondatore stesso di Moz (Rand Fishkin). Articolo del 2010, tanto per capire quanto questo criterio di ranking sia rimasto pressoché immutato nel tempo.

Cosa ci dice di nuovo Shepard? La solita lista che però, mai come in questo caso, si rivela utile e corredata da preziosissime infografiche. In venti punti Shepard ci spiega quando può essere efficace un link e quando no, dove e come inserirlo e quali sono le pratiche migliori. Ecco a voi dunque la lista.

1. I link provenienti da pagine popolari pesano di più delle altre

Il principio è semplice: più link (e qui per la prima volta Moz associa il concetto di link a quello di “voto”) riceve una pagina, più acquisisce ranking. Più ranking acquisisce, più ne può passare alla pagina che linkerà a sua volta. Quindi, se ne deduce che, molto semplicemente, meglio ottenere un link da un sito dal ranking alto piuttosto che da una pagina poco rilevante. La domanda allora diventa: meglio un link da una pagina importante o tanti link da siti meno importanti? Ci arriviamo tra poco.

2. I link presenti all’interno del contenuto principale sono più importanti di quelli nel Boilerplate

Diciamo la verità: se realizzate un sito, dove piazzate il link verso il sito della vostra agenzia? Di solito nel footer. Ecco, quel tipo di link contano molto meno rispetto ai link inclusi nel corpo principale della pagina. Ma cos’è il Boilerplate? Rappresenta l’insieme delle aree comuni, ovvero sidebar, footer, widget, ecc. Google sa benissimo che in queste sezioni vengono annegati solitamente i link che contano poco, diverso è invece per i link contenuti all’interno del testo, dove un link (e relativo anchor, ma di questo parliamo tra poco) ha un senso sicuramente più importante rispetto alle altre zone della pagina. Anche per la maggior facilità nell’essere visto e quindi cliccato dall’utente.

3. Qual è la posizione della pagina migliore per inserire i link più importanti?

La posizione migliore per inserire i link più importanti è la parte alta, molto semplice. Perché? La risposta è proprio la più semplice: l’inizio della pagina è (solitamente) quella che viene letta prima, da più utenti e con più attenzione. È stato proprio Matt Cutts, già capo del team Webspam di Google, a incoraggiare i professionisti SEO a puntare tutto sui primi link della pagina e a non “sotterrare” i link importanti.

4. I link che contengono Anchor (sensati) valgono di più di quelli senza

Come accennato prima, l’anchor è fondamentale. Inserire il link in una parola sensata (o più parole sensate), correlata al contenuto che va a linkare, rispetto a inserire il link in una parola senza senso (tipo “clicca qui”) o peggio ancora non utilizzare l’anchor, può fare una differenza enorme. L’anchor è, in altre parole, una keyword che deve essere correttamente correlata al contenuto che sta linkando.

5. Meglio tanti link dagli stessi domini o meglio pochi link da domini diversi?

Già, quanto vale ricevere una gran quantità di link sempre dallo stesso sito? Vale, indubbiamente, ma mai come ricevere link (anche un numero inferiore) da domini differenti. Più sorgenti differenti puntano (votano) la nostra pagina, più significa che il nostro contenuto è popolare e di conseguenza guadagnerà ranking.

6. Valgono più i link esterni o quelli interni?

Spesso ci si dimentica dell’importanza dei link interni. Anche questi hanno il loro valore, soprattutto se corredati dal corretto anchor. Utilizzare link interni al sito è quindi una pratica assolutamente fondamentale. Ma di certo, è bene sottolinearlo, i link da domini esterni valgono di più.

7. Se il link arriva da un sito “trusted”, il valore che passa è più alto

Questo concetto potrebbe risultare complicato, ma vediamo di semplificarlo. Google ha recentemente introdotto il concetto di “trust” nella valutazione delle pagine. Più un sito ha un TrustRank alto, più valore assume e di conseguenza più valore è in grado di passare alle pagine “vicine”. L’infografica in questo caso è preziosa per chiarire il concetto. Se il sito pippo.com è un sito trusted e inserisce un link al sito pluto.com, quest’ultimo riceverà un valore molto alto. Ma se a sua volta pluto.com linkerà paperino.com, quest’ultimo riceverà un valore inferiore.

Secondo Moz, se all’origine c’è un sito non trusted, il valore passato dopo il primo passaggio è praticamente nullo.

8. Il link varrà di più se arriva da un sito affine alla pagina linkata

Qui entriamo direttamente nel campo della semantica. Un link varrà di più se arriverà da un dominio il cui argomento è affine alla pagina linkata. Se la pagina di cui ci stiamo occupando parla di componenti per auto, riceverà più valore tanto quanto riceverà link da un dominio che parla di auto. Lo stesso non succederà, ad esempio, se dovesse ricevere un link da un sito che tratta di ristorazione.

9. I contenuti freschi passano più valore rispetto ai link vecchi

In questo caso invece ci si riferisce, con tutta probabilità, ai siti di news, ovvero magazine e quotidiani online. In questi contesti, un link passerà più valore tanto quanto arriverà da un contenuto fresco, ovvero postato di recente, rispetto a un link proveniente da una pagina vecchia, stantia.

10. La velocità con cui crescono i link a una pagina, fa crescere esponenzialmente il valore passato

Di nuovo un concetto legato all’editoria, ma che può essere associato anche alla viralità di un contenuto sui social network. A chi è capitato di finire nel vortice della propagazione virale lo saprà già: più è veloce l’incremento di link alla propria pagina, più sarà alto il valore che questi link passeranno. Il perché è semplice: se si cominciano ad accumulare rapidamente link (voti), significa che il nostro contenuto viene apprezzato, condiviso e che di conseguenza sta diventando virale.

Purtroppo lo stesso ragionamento vale anche al contrario. Quindi più perderemo velocemente link e più il valore che passeranno scenderà. Insomma, più cresci in fretta, più Google ti premia. Più perdi celebrità, più in fretta Google si dimenticherà della tua pagina.

11. I link giudicati come spam non portano alcun valore (anzi…)

Una gran quantità di link vengono completamente ignorati da Google. A partire da Penguin 4 (il nome dell’algoritmo usato da Google fino al 2016), Google assegna un preciso valore editoriale ai contenuti. Le pagine che non rispettano questi criteri, vengono giudicate come Negative SEO e i link provenienti da questi siti non apportano ovviamente nessun valore. Anzi, al contrario, c’è anche chi parla di valore negativo. È il caso, ad esempio, di tutti i siti di directory, largamente utilizzati un tempo e oggi completamente inutili.

12. L’effetto Ghost o Link Echoes: quando i link continuano a portare valore anche dopo essere stati rimossi

È un fenomeno curioso, ma a quanto pare (e stando a quanto testato di persona da Rand Fishkin), alcuni link continuerebbero a portare valore anche dopo essere stati rimossi. Anche mesi e mesi dopo che sono stati eliminati e che il crawler ha scansionato più volte le pagine, il valore di questi link (cancellati) rimarrebbe inalterato.

13. Le pagine che linkano contenuti autorevoli contano di più di quelle che non lo fanno

Di nuovo un criterio non scontato: se un sito contiene link a un sito molto autorevole (un po’ come succede con questo articolo, che rimanda ai contenuti SEO di un sito autorevole come moz) guadagnerà più ranking rispetto a un sito che rimanda a siti meno autorevoli o che peggio ancora non contiene link.

14. Se in una pagina ci sono link a siti SPAM, anche gli altri link valgono meno

Quanti siti ci sono pieni di link a siti che contengono SPAM? Per esempio ci utilizza alcuni tipi di circuiti pubblicitari, come quelli che mostrano i famosi annunci “scopri come Anna ha perso 20 kg in 2 giorni“, si ritrovano inevitabilmente la pagina piena di link di carattere SPAM. O peggio ancora link verso siti a pagamento, porno, ecc. Ecco, in tutti questi casi, i link a siti di questo tipo fanno si che Google assegni meno valore anche ai link verso siti autorevoli. In altre parole, se giochi sporco, Google ti penalizza (di nuovo).

15. I link nofollow non contano. È proprio vero? Spoiler: NO

L’attributo “nofollow” è stato creato per indicare a Google che un link non va considerato. Viene molto utilizzato quando si teme di ricadere nello SPAM, per esempio con i link dei commenti (o nei commenti). Utilizzando l’attributo “nofollow”, Google ignorerà quel tipo di link. Ma lo farà del tutto? Non proprio. Stando a molti test effettuati da esperti SEO internazionali, ma soprattutto basandosi sul supporto ufficiale di Google, non è così certo che i link “nofollow” siano completamente a peso zero. Anzi, c’è chi li usa e li sfrutta a proprio vantaggio.

16. JavaScript? Google conta anche questo tipo di link, ma non tutti

Il crawler di Google è migliorato drasticamente negli ultimi anni e oggi, contrariamente a qualche anno fa, è capace di renderizzare anche i Javascript. Così, se utilizzate una funzione per creare un link HTML, Google sarà capace di seguirlo. Ma non tutti i link di questo tipo verranno riconosciuti. La condizione necessaria è che il link contenga un anchor e un attributo href. L’esempio è chiaro: un link tipo <a href=”/link” onclick=”myFunction()”>link</a> funziona, altri tipi no.

17. Se ci sono due link verso lo stesso dominio, solo il primo conta

Spieghiamolo meglio: se in una stessa pagina ci sono due o più link verso uno stesso dominio, Google considererà per il Ranking solo il primo, ma passerà ugualmente il valore alle pagine di destinazione attraverso ogni link presente. Anche in questo caso ci aiuterà la grafica: l’anchor verrà considerato solo nel primo caso, ma per il PageRank verrà passato attraverso tutti i link.

18. Una pagina con attributo “nofollow” e “noindex” può essere indicizzata?

Se una pagina indica al crawler che non deve essere scansionata, utilizzando il meta tag “Robots” o tramite file “Robots.txt”, può comparire ugualmente all’interno dei risultati di Google. Questo può capitare se la pagina è linkata da altre pagine che, al contrario, non hanno l’attributo “noindex”. Questo però non significa che Google abbia il permesso di scansionare i link contenuti all’interno della pagina con attributo “noindex” e “nofollow”. In questo, ovviamente, i link presenti nella pagina sono completamente nascosti al crawler di Google.

19. Come ci si deve comportare quanto si riceve un link da un sito di SPAM o penalizzante?

Quando si riceve un link da un sito che può penalizzarci, esiste un solo strumento utile: la pagina di Google per rifiutare un link serve proprio a questo, indicare a Google che non si ha niente a che fare con quel link. In questo caso, Google non considererà più il legame tra il sito che contiene il link e il proprio.

20. Google si basa soltanto sui link per stabilire un legame tra pagine?

Sono in tanti ad essersene accorti, ma il crawler di Google riesce a stabilire legami tra informazioni anche se non c’è un link tra una pagina e l’altra. La semplice citazione di un personaggio pubblico, di un luogo o di un’attività commerciale, fa scattare un’associazione anche nel motore di ricerca. Ne ha scritto a riguardo Bill Slawski e vi consiglio di approfondire l’argomento, perché è un tipo di tecnologia che Google espanderà in futuro. La comprensione del testo e i legami tra pagine che apparentemente non hanno nulla in comune, sarà il vero SEO del futuro prossimo.

 

P.S.: questo articolo prende spunto dall’articolo originale di Cyrus Shepard su Moz.com. Tutto il materiale grafico dell’articolo originale, in parte pubblicato su questo articolo, è utilizzabile liberamente per creare i propri contenuti e le proprie presentazioni. Sentitevi perciò liberi di farne l’uso che preferite. Ma mi raccomando, se lo fate, menzionate Moz.com con un link e, se lo avete apprezzato, anche il mio articolo.

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